Umbria, un mercato del lavoro più efficace
ARPAL, Agenzia Regionale per le politiche attive del Lavoro è un’agenzia unica nel suo genere in Italia, infatti in capo ad essa ci sono le competenze sulle politiche attive del lavoro e quelle sulla formazione.
Mettere insieme impiego e formazione, così come fatto dalla legge che ha istituito Arpal, rappresenta una sfida, ma necessita dell’introduzione di alcuni elementi capaci di rendere più efficace il mercato del lavoro. E’ questo il senso della riforma della Legge 1 pre-adottata dalla Giunta Regionale e che ha cominciato oggi il suo percorso di studio e consesso consiliare, per poter arrivare all’Assemblea Legislativa per la sua definitiva approvazione.
Aumentare l’efficacia e l’efficienza dei centri dell’impiego, oltre che attraverso il piano di potenziamento già approvato dal ministero, anche attraverso una forte collaborazione con le agenzie, secondo un modello di Governance pubblica con l’utilizzo della rete privata.
Amplificare le occasioni di matching tra domanda e offerta di lavoro è alla base della nuova autorizzazione regionale che, fatti salvi i requisiti richiesti a livello nazionale, ad eccezione del numero di regioni minimo in cui operano, consente alle agenzie di operare a mercato in Umbria, senza quindi l’utilizzo di fondi pubblici. La proposta di legge prevede infatti che Arpal possa stipulare convenzioni con organismi accreditati al fine di affiancare i centri dell’impiego nell’erogazione di tutte le prestazioni, ad eccezione del patto di servizio.
Altro tratto saliente della riforma di legge, è l’Istituzione dell’Osservatorio Regionale del lavoro, nodo regionale del network nazionale attraverso cui rilevare direttamente dalle imprese i fabbisogni formativi, in modo da definire in maniera puntuale l’offerta formativa sulle esigenze del mercato. L’esperienza dei voucher, basata sul principio opposto, di fatto sui desiderata delle persone e delle agenzie, si è tradotta in uno strumento con il tasso di placement più basso.
Particolare attenzione verrà riservata nell’osservatorio al tema della disabilità, con particolare riferimento all’inserimento lavorativo delle fasce deboli di cui alla legge 68/99.
E’ proprio in tale chiave che che va letto il recepimento, con tanti, troppi anni di ritardo, della Legge Biagi che prevede che le assunzioni obbligatorie possano anche essere fatte per il tramite di una cooperativa sociale. In pratica l’azienda diviene ottemperante anche non assumendo direttamente il disabile, ma garantendo lavoro alla cooperativa che lo assume, secondo una modalità decisamente preferibile per le imprese, ma che favorisce comunque l’inserimento dei disabili, soprattutto di quelli maggiormente svantaggiati. Il tutto secondo uno schema di convenzione che fisserà un tetto massimo per la copertura dell’obbligo con queste modalità (il Veneto prevede il 20%, mentre Toscana e Lombardia il 30%).
Un altro importante tassello della legge, è il BUL (Buono Umbria Lavoro) che è lo strumento di ricollocazione di lavoratori non raggiunti da politiche nazionali e prevede servizi per la crescita delle competenze mediante formazione e tirocini, con un modello di accompagnamento al lavoro insieme ad un incentivo all’assunzione, graduato sulla base del livello di occupabilità. Molto importante è che, la remunerazione, avverrà prevalentemente a risultato occupazionale raggiunto e che quindi l’incentivo all’assunzione sarà destinato all’azienda solo nel caso in cui l’inserimento avvenga con forme contrattuali stabili.
Una riforma del lavoro volta a garantire più efficacia al mercato del lavoro, ad amplificare le condizioni per favorire l’incontro tra domanda e offerta, ma favorire anche il reinserimento di soggetti espulsi, piuttosto che i giovani alla ricerca di primo impiego.
Una riforma che va incontro alla necessità, fortemente espressa dal presidente Draghi, di rafforzare le politiche attive del lavoro, rafforzando le politiche formative dei lavoratori occupati e non.
Infine, nella proposta di legge, viene istituzionalizzato il modello di erogazione dei servizi per il lavoro che coinvolge i centri per l’impiego che saranno oggetto di un importante potenziamento e i soggetti accreditati.
Michele Fioroni