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Un virus, la lotta per il dominio globale, un libro in cui realtà e finzione si confondono tracciando uno scenario non del tutto irreale.E’ se la diffusione di Spider, il virus che sta terrorizzando il pianeta sia stata una deliberata strategia per sconvolgere gli equilibri mondiali?Qualcuno non racconta la verità, qualcuno nega i fatti, qualcuno ha cancellato le tracce. La macchina della propaganda è in azione, pronta a raccontare al mondo un’altra veritàUn complotto già sventato in passato, ma i fantasmi dell’ex primo ministro

Un paese democratico sotto l’attacco di organizzazioni terroristiche. Non può esistere un’altra rappresentazione giornalistica che questa.Uno schema che si ripete, la provocazione di Hamas e la reazione difensiva d’Israele.Eppure, per alcuni pezzi d’opinione pubblica e della politica italiana, c’è ancora una sorta d’indifferenza nei confronti delle vittime israeliane e di un popolo costretto a vivere costantemente sotto la minaccia dell’estremismo islamico.Israele non fa notizia, non lo fanno i suoi morti, come nemmeno un modello di stato da cui in molti avrebbero da imparare, in

La capacità di unire i punti, una visione che cambiava angolo di prospettiva, nessuna nuova tecnologia, è il cambio di paradigma la vera rivoluzione di Steve Jobs.“Perché dovrebbe esserci un computer dentro le case?”, “Internet? Sarà come una Supernova”.Era questa la visione di riferimento quando incomincio a palesarsi al mondo il geno creativo de fondatore della casa di Cupertino.E sì, perché fino a quel famoso gennaio del 1984, quando con uno spot mandato in onda in prime time durante il Super Bowl, veniva lanciato

SMART ATTACK, un nome volutamente creativo e provocatorio per una manovra che vuole avere il sapore della sfida.25 Milioni di Euro, per la sfida lanciata al tessuto delle piccole medie imprese, affinché possano avviare o completare il percorso di trasformazione digitale sempre più indispensabile per rimanere competitive e intraprendere il sentiero della crescita dimensionale.Una sfida su cui il tessuto economico dell’Umbria non può più indugiare.Fin dal 2018 Banca d’Italia evidenziava come tra i fattori strutturali di freno allo sviluppo dell’economia locale erano la bassa

Intelligenza artificiale buona e intelligenza artificiale cattiva, è un po’ questo il discrimine della proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale approvato qualche giorno fa in Commissione Europea.E’ evidente che l’Europa voglia giocare d’anticipo sul piano normativo, rapportandosi all’intelligenza artificiale graduandone il rischio ed individuando alcuni ambiti in cui, l’applicazione delle tecnologie ad essa connesse, possa rivelarsi pericolosa al punto tale da diventare rischiosa, se non anche inaccettabile.Non è nostra intenzione soffermarci sulle tematiche etiche e morali che il tema dell’intelligenza artificiale può sollevare, quanto semmai

PNRR, la sfida dell'Umbria? Riposizionarsi lungo la catena del valore, costruendo filiere sempre più integrate, attraverso specializzazioni verticali in settori evoluti. In altre parole, creare nuova economia valorizzando quella esistente.E’ questa la sfida che l' Assessorato allo Sviluppo Economico ha cercato di raccogliere nella definizione di alcuni dei progetti che compongono il PNRR regionale.Il tutto prestando attenzione a costruire un approccio sistemico, che preveda molteplici punti di contatto tra le diverse progettualità.Il punto di partenza è stato quindi l’analisi attenta delle debolezze del nostro

Abbiamo già evidenziato come stiamo assistendo ad un profondo cambiamento dello scenario geo politico globale.La crescente contrapposizione tra Stati Uniti e Cina, che trova nella tecnologia il campo di contesa e la chiave per la supremazia economica globale, è solo l’elemento più macroscopico di questo cambiamento.Al di là delle traiettorie di crescita economica, la politica continua ancora ad avere la sua influenza. Nella polarizzazione tra due blocchi diventa più che mai strategica l’influenza su aree geografiche culturalmente e ideologicamente affini. E’ in questa chiave

La pandemia ha sicuramente contribuito ad accelerare la pressione verso la digital transformation soprattutto delle piccole e medie imprese. Se è vero che molte aziende hanno trovato nel digitale uno strumento di resilienza, il processo di transizione digitale delle nostre imprese non è ancora soddisfacente, soprattutto in quelle di minore dimensione.Alla base di questo ritardo alcuni fattori: il pregiudizio che gli investimenti in digitale siano ad appannaggio esclusivo delle imprese più strutturate la difficoltà del piccolo imprenditore a comprendere l’utilità del digitale la

La pandemia covid-19 ha di fatto ridefinito le traiettorie di crescita globale.Gli shock sui mercati di approvvigionamento e gli effetti di sostituzione su quelli di sbocco, oltre che la ridotta convenienza di costo alla delocalizzazione, hanno contribuito a generare una progressiva frammentazione delle catene globali di valore, sempre più locali e meno integrate a livello internazionale. Una trasformazione che pone di fatto fine al modello economico che ha dominato gli ultimi trent’anni.Quello di cui poco si parla è la progressiva contrapposizione tra due blocchi

L’Italia rientra tra le prime 10 economie più attrattive per gli investimenti stranieri.Ma non facciamoci ingannare. Se è infatti vero che le politiche orientate agli investimenti 4.0 hanno avuto un ruolo importante per rendere il nostro paese più attrattivo, portando finalmente al centro della politica economica temi rilevanti come l’innovazione tecnologica e la produttività, sussistono ancora troppi aspetti che limitano l’azione di chi vuole fare impresa nel nostro paese, con il rischio che chi investe, venga prevalentemente nel nostro paese a fare shopping di