Terrore a Davos.
Un virus, la lotta per il dominio globale, un libro in cui realtà e finzione si confondono tracciando uno scenario non del tutto irreale.E’ se la diffusione di Spider, il virus che sta terrorizzando il pianeta sia stata una deliberata strategia per sconvolgere gli equilibri mondiali?Qualcuno non racconta la verità, qualcuno nega i fatti, qualcuno ha cancellato le tracce. La macchina della propaganda è in azione, pronta a raccontare al mondo un’altra veritàUn complotto già sventato in passato, ma i fantasmi dell’ex primo ministro
Per Israele.
Un paese democratico sotto l’attacco di organizzazioni terroristiche. Non può esistere un’altra rappresentazione giornalistica che questa.Uno schema che si ripete, la provocazione di Hamas e la reazione difensiva d’Israele.Eppure, per alcuni pezzi d’opinione pubblica e della politica italiana, c’è ancora una sorta d’indifferenza nei confronti delle vittime israeliane e di un popolo costretto a vivere costantemente sotto la minaccia dell’estremismo islamico.Israele non fa notizia, non lo fanno i suoi morti, come nemmeno un modello di stato da cui in molti avrebbero da imparare, in
Jobs: quando l’innovazione passa per un cambio di prospettiva.
La capacità di unire i punti, una visione che cambiava angolo di prospettiva, nessuna nuova tecnologia, è il cambio di paradigma la vera rivoluzione di Steve Jobs.“Perché dovrebbe esserci un computer dentro le case?”, “Internet? Sarà come una Supernova”.Era questa la visione di riferimento quando incomincio a palesarsi al mondo il geno creativo de fondatore della casa di Cupertino.E sì, perché fino a quel famoso gennaio del 1984, quando con uno spot mandato in onda in prime time durante il Super Bowl, veniva lanciato
Comunicazione politica e multicanalità: il caso Fedez.
C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico.Le polemiche relative alle esternazioni di Fedez sul palco del primo maggio pongono uno e più quesiti agli esperti di comunicazione politica.Partiamo dal protagonista.Di primo acchito potrebbe sembrare, che quella sinistra che ha subito drammaticamente lo spostamento del dibattito politico sui social, abbia trovato un personaggio ideale per incarnare i suoi valori in un mondo, quello dei likes, che fino ad oggi sembrava non appartenerle.Una sorta di contro narrazione all’ "epica del capitano” usando un personaggio prevalentemente social (in
Intelligenza Artificiale e la compulsione normativa UE.
Intelligenza artificiale buona e intelligenza artificiale cattiva, è un po’ questo il discrimine della proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale approvato qualche giorno fa in Commissione Europea.E’ evidente che l’Europa voglia giocare d’anticipo sul piano normativo, rapportandosi all’intelligenza artificiale graduandone il rischio ed individuando alcuni ambiti in cui, l’applicazione delle tecnologie ad essa connesse, possa rivelarsi pericolosa al punto tale da diventare rischiosa, se non anche inaccettabile.Non è nostra intenzione soffermarci sulle tematiche etiche e morali che il tema dell’intelligenza artificiale può sollevare, quanto semmai
Draghi: nuovo leader nella politica globale.
Abbiamo già evidenziato come stiamo assistendo ad un profondo cambiamento dello scenario geo politico globale.La crescente contrapposizione tra Stati Uniti e Cina, che trova nella tecnologia il campo di contesa e la chiave per la supremazia economica globale, è solo l’elemento più macroscopico di questo cambiamento.Al di là delle traiettorie di crescita economica, la politica continua ancora ad avere la sua influenza. Nella polarizzazione tra due blocchi diventa più che mai strategica l’influenza su aree geografiche culturalmente e ideologicamente affini. E’ in questa chiave
Transizione Digitale, una sfida culturale.
La pandemia ha sicuramente contribuito ad accelerare la pressione verso la digital transformation soprattutto delle piccole e medie imprese. Se è vero che molte aziende hanno trovato nel digitale uno strumento di resilienza, il processo di transizione digitale delle nostre imprese non è ancora soddisfacente, soprattutto in quelle di minore dimensione.Alla base di questo ritardo alcuni fattori: il pregiudizio che gli investimenti in digitale siano ad appannaggio esclusivo delle imprese più strutturate la difficoltà del piccolo imprenditore a comprendere l’utilità del digitale la
L’Europa e la battaglia persa dei vaccini
La pandemia covid-19 ha di fatto ridefinito le traiettorie di crescita globale.Gli shock sui mercati di approvvigionamento e gli effetti di sostituzione su quelli di sbocco, oltre che la ridotta convenienza di costo alla delocalizzazione, hanno contribuito a generare una progressiva frammentazione delle catene globali di valore, sempre più locali e meno integrate a livello internazionale. Una trasformazione che pone di fatto fine al modello economico che ha dominato gli ultimi trent’anni.Quello di cui poco si parla è la progressiva contrapposizione tra due blocchi
Made in Italy o Mad in Italy? La sfida degli investimenti esteri.
L’Italia rientra tra le prime 10 economie più attrattive per gli investimenti stranieri.Ma non facciamoci ingannare. Se è infatti vero che le politiche orientate agli investimenti 4.0 hanno avuto un ruolo importante per rendere il nostro paese più attrattivo, portando finalmente al centro della politica economica temi rilevanti come l’innovazione tecnologica e la produttività, sussistono ancora troppi aspetti che limitano l’azione di chi vuole fare impresa nel nostro paese, con il rischio che chi investe, venga prevalentemente nel nostro paese a fare shopping di
Alitalia, ultimo atto.
C’è davvero bisogno di una compagnia di bandiera?Chiunque si sia in qualche modo occupato di trasporto aereo sa bene che esiste una linea di demarcazione temporale legata alla liberalizzazione del mercato messa per prima in campo dal presidente statunitense Ronald Reagan. Con la deregulation del trasporto aereo si è assistito alla progressiva riduzione dell’ingerenza dello stato in uno dei settori più condizionati dall’intervento pubblico, dando vita ad un mercato con dinamiche concorrenziali molto più spinte che costringendo le compagnie aeree a ricercare livelli di